Generale

19th March
2009
written by

"e che il capitalismo esca dalle nostre vite" questo il condivisibile progetto politico di Enric Duran attivistà spagnolo di 32 anni che con un’azione intelligente ha truffato 39 entità bancarie.

parte del denaro rubato è stato investito nella
pubblicazione di un nuovo periodico che avrà una tiratura di 350.000
copie, 130.000 in castigliano e 220.000 in catalano.

La rivista distribuita gratuitamente, si chiamerà PODEM! (possiamo) nella versione catalana e PODEMOS! nella versione castigliana – la potete trovare qua http://www.17-s.info/ anche in inglese – non esiste ancora una versione in italiano

Ridurre la quota d’affitto
o smettere di pagarlo, smettere di lavorare per imprese capitaliste e
non pagare le bollette dei servizi, in più collettivizzare le risorse
di base che il sistema non utilizza o quelle di cui abusa, sono queste
le azioni descritte sulla pubblicazione.

altre infos ai seguenti link:
http://spaghettibcn.com/20080919_crisi-barcellona-pubblicazione-gratuita-per-sopravvivere-alle-turbolenze-economiche.html

http://www.chainworkers.org/comment/reply/598

libertà x enric duran e che il capitalismo esca finalmente dalle nostre vite

Comments Off on Libertà per Enric Duran…
25th September
2008
written by
 
 
Ago&filo
nel tessuto metropolitano
affonda nell’asfalto

Ago&filo
quando la citta’
diventa vuoto scenario

Ago&filo
quando l’evento
e’una passerella
per manichini

Ago&filo
quando dietro le quinte
si sfalda il lavoro

Ago&filo
quando la piega
non e’ quella del vestito
ma il mio sorriso
sbilenco

Ago&filo
un precariato
che luccica di pailettes

Ago&filo
vedi ce l’ho in mano
la mia creativita’ pungola
il mio lavoro sommerso
dal falpala’!

Comments Off on CIAO VALE!
15th October
2007
written by
24th September
2007
written by

Comments Off on e’ morto andré gorz
20th September
2007
written by

Germania: I lavoratori della fabbrica occupata di
biciclette a Nordhausen
riprendono la produzione in
autogestione [en]
Date Thu, 20 Sep 2007
14:02:41 +0200
(CEST)

——————————————————————————–
Comunicato
stampa della FAU-AIT del 19 settembre 2007:
I lavoratori e le lavoratrici
della fabbrica occupata
di biciclette a
Nordhausen, nello stato di
Turingia, ha ripreso la
produzione in autogestione.
I 135 operai e operaie
della Bike Systems GmbH a
Nordhausen, che dal 10 luglio
2007 occupano la
fabbrica, hanno deciso di riprendere
la produzione di
biciclette in
autogestione. Perché il progetto abbia
successo, devono
raccogliere 1.800
ordini per biciclette entro il 2
ottobre. Gli oeprai e le
operai stanno
lavorando insieme al sindacato
anarcosindacalista FAU
(Freie
Arbeiterinnen- und Arbeiter-Union, "sindacato libero
delle
lavoratrici e dei
lavoratori"), che ha lanciato una campagna tramite
il
sito web
http://www.strike-bike.de . Da oltre due
mesi, il
personale di questa fabbrica
nel sud delle montagne dell'Harz
lavora in tre turni.
Vogliono impedire la
chiusura definitiva e lo
smantellamento e la svendita
della fabbrica. Il 10
agosto 2007, l'azienda
[di proprietà statunitense
della texana Lone Star] ha
presentato l'istanza
di fallimento: la fabbrica è
sfruttata e in brutte
condizioni, i locali
sono stati svuotati ad eccezione
di una parte. Il
personale riceve il
sussidio di disoccupazione ma
spera di poter continuare
a
lavorarvi.

Hamburg/Nordhausen, 19 settembre 2007

Freie
Arbeiterinnen- und Arbeiter-Union
Fettstr. 23,
20357 Hamburg

http://www.fau.org

"Strike-Bike" – la
bicicletta della solidarietà di
Nordhausen

Durante l'occupazione ed in
seguito alle discussioni
durante le visite che
abbiamo ricevuto da persone
che offrono la loro
solidarietà, noi operaie e
operai della fabbrica
abbiamo pensato di riprendere
per qualche tempo la
produzione. Dal momento
che non miriamo soltanto ad
evitare lo sgombero della
fabbrica e un
eventuale arrivo di un nuovo
investitore, l'idea della
"Strike-Bike" sta
incontrando sempre più risposte
positive. Ora sorge
l'opportunità di
dimostrare la capacità dei lavoratori
e delle lavoratrici di
sviluppare i
propri concetti con successo e di
autogestire la produzione e
la
distribuzione.

Se riusciamo nel nostro obiettivo di
raccogliere
ordini per 1.800 biciclette
prodotte in autogestione,
aiuteremo a diffondere le
idee di solidarietà e
daremo un sostegno morale
ai nostri compagni e
compagne che si trovano in
situazioni simili che
lottano, come noi, per evitare
la "ristrutturazione
zero". Da
chiunque!

Abbiamo trovato l'aiuto della Freie Arbeiterinnen-
und
Arbeiter-Union (FAU) che
si sta attivando in tutta la Germania per
meglio
pubblicizzare la nostra lotta
e la vendita della
"Strike-Bike".

Per ulteriori informazioni:
http://www.strike-bike.de

Per la
storia dell'occupazione:
http://www.labournet.de/branchen/sonstige/fahrzeug/bikesystems.html

Per
contatti con il personale e per ordini:

"Bikes in Nordhausen
e.V."
c/o. André Kegel,
Bruno-Kunze-Str. 39
99734
Nordhausen
Telefono: 03631-622.124 e 03631-403.591
Fax: 03631 – 622
170
E-mail: <fahrradwerk@gmx.de>

Per ulteriori
informazioni sulla campagna della FAU
Strike-Bike Solidarity
Group,
contatta il portavoce:
Folkert Mohrhof
Cell. 0179-4863252
Dal lunedì al
venerdì tra le ore 10 e le ore 15, anche
al
+49.40-20.90.68.96

Traduzione di a-infos-it

11th September
2007
written by

Il silenzio è d'oro, ammonisce il proverbio, ma allora è meglio non chiedersi di quale materia è composto il baccano in cui viviamo. Fate una prova, chiamate qualcuno nella stanza accanto: probabilmente non vi sentirà, e non per sua colpa. La colpa è della fitta coltre di rumore che ricopre tutto ciò che facciamo, diciamo, pensiamo.

Le sirene di ambulanze, polizia, pompieri; il ronzio di aerei, treni, automobili, motociclette; il trapano dei martelli pneumatici, il brontolio dei bulldozer, lo stantuffo di fabbriche e cantieri.

E poi i rumori provocati dai singoli: il televisore del vicino, lo stereo dei figli, il cinguettio irritante dei telefonini, il pianto disperato di un neonato in carrozzina. A proposito: l'esercito americano ha appena messo a punto un arsenale di "proiettili sonori". Sono registrazioni di bambini che piangono, sparate a 140 decibel. Un suono a 45 decibel, per intendersi, impedisce il sonno. Il rumore del traffico, sentito da un passante sul marciapiede, raggiunge i 70 decibel. A quota 85 decibel, si verifica un danno all'udito. A 120 decibel si sente un dolore acuto alle orecchie. Possiamo immaginarci cosa succede a 140.
La cacofonia di suoni che ci circonda, avvertono studi scientifici a regolari intervalli, mette in pericolo la nostra salute: è causa di aggressività, ipertensione, stress, disturbi cardiaci. Ma non sembra essere questa l'unica conseguenza nefasta del "noise pollution", l'inquinamento sonoro, come lo chiamano gli esperti internazionali: se l'uomo moderno non ritrova al più presto un po' di silenziosa quiete, rischierà di perdere, insieme all'udito, anche la consapevolezza di sé. In "Manifesto for silence" (Manifesto per il silenzio), un libro pubblicato in questi giorni in Gran Bretagna e anticipato ieri dal Financial Times, il professor Stuart Sim, docente di critica teorica alla University of Sunderland, sostiene infatti che il rumore è un elemento della guerra condotta dalle forze del progresso economico contro l'individuo. Religione, filosofia, arte, letteratura, musica, – secondo la sua tesi – dimostrano che il silenzio non contraddistingue l'assenza di qualcosa, bensì rappresenta un bene di importanza cruciale per la nostra civiltà: è il fiume in cui naviga il pensiero umano. Un fiume che ora rischia di prosciugarsi del tutto.

Cantieri che lavorano 24 ore su 24, come a Shanghai, a Mosca e a New York, sempre più automobili ed aerei, sempre più gente con sempre più telefonini accesi, creano un rumore di fondo – scrive l'autore – che demolisce gradualmente la capacità umana di ragionare, esprimersi, esistere: "Cogito, ergo sum", non si può pensare in un fracasso spaventoso. Ed ecco allora questo "manifesto per il silenzio", l'invito a insorgere in difesa della quiete, citando la tradizione religiosa di buddisti, quaccheri, monaci trappisti, per i quali il silenzio rappresenta la forma più assoluta di coscienza, ma citando pure la scrittrice americana Susan Sontag ("il silenzio è una forma di discorso") e il compositore John Cage ("non esiste silenzio che non sia carico di suono"). Naturalmente non bisogna esagerare col silenzio, anche perché può essere equivocato: non dire niente, talvolta, significa soltanto non avere niente da dire. "Ma non è forse vero che tutti i momenti più belli ci lasciano senza parole?", domandava uno che di silenzio se ne intende, il grande mimo francese Marcel Marceau.

Dunque cerchiamo di stare, almeno ogni tanto, col cellulare spento, lontani dal traffico e con la bocca chiusa. Magari riusciremo a sentire noi stessi, come l'astronauta di Odissea nello spazio, chiuso in una capsula sperduta nel buio cosmico, quasi assordato dal proprio respiro: l'unico rumore percepibile nell'universo, il misterioso soffio della vita.

Comments Off on statt’ zitt’

15?

30th August
2007
written by

18! oh ho trovato la risposta a sta cazzo di domanda, 15-18 punto
quindi hai smesso di fumare?
non direi, a parte che sto fumando la pipa, non mi sembra di aver smesso. poi non so, stare li' a pensare di aver smesso, non fa che farti venir la voglia di riprendere. le cose devono accadere, e sono okkei.
cioe'?
cioe' che non ho voglia di passare il tempo a pensare a quanto sono fico perche' ho smesso di fumare, smesso poi… tanto prima o poi riprendo, perche' dovrei affliggermi ora?? (tie' becca la citazione) dicevo perche' dovrei affliggermi ora, se poi ricomincero'???
cmq stai smettendo…
bah in realta' come ti dicevo non sto fumando piu' tabacco rollato, ma in pipa, credo sia meglio, forse fa pure meno male,
non aspiri completamente, e poi non usi la carta. insomma tutti i ciloomari lo dicevano, il problema mica era il troppo thc, no
il problema e' la carta che usi x farti le canne.
che poi boh, cioe' viviamo a milano…
cmq ecco sto percependo la dipendenza, l'ultima sigaretta prima di addormentarmi, la prima sigaretta appena sveglio, boh per ora non subisco piu' sta situa…e sento la mia saliva la mia bocca senza l'incamatrazione, beh diciamo che sono soddisfatto.
ma vorresti smettere di fumare?
impossibile…cioe' boh!

 

 

 

Comments Off on 15?
5th June
2007
written by

e vabeh, ieri ero/eravamo davanti a palazzo marino per protestare contro l'ennessima misura vessatoria anti ciclisti
ho sembre rifuggito come la peste tali assembramenti.
un po' perche' solitamente organizzato da associazioni probici che non prendono le mie simpatie
un po' perche' spesso si riducono a un manifestarsi stanco e poco passionale.
Ieri? beh alla fine piu' o meno la solita solfa, se non che c'erano un po' di massari allo sbando ma molto colorati.
In pochi e senza una particolare spesa energetica siamo riusciti comunque a bucare l'immaginario, anzi piu' che bucarlo lo abbiamo rigonfiato a modo nostro. In effetti proprio di gonfiar si tratta visto che gli splendidi salvagenti gialli hanno colorato la piazza. Il messaggio chiaro diceva…difendiamoci dallo smog e dalla moratti, un salvagente per tutti i giorni, per difendersi nel mare caotico delle strade urbane.

2nd June
2007
written by

da milano una missiva alle autorita' tedesche…tenete d'occhio i ciclisti
sono pericolosissimi…
la polizia tedesca risponde con scientifica prontezza
http://de.indymedia.org/2007/05/179446.shtml

Comments Off on milano chiama rostock
1st June
2007
written by

ogni governo ha l'obbligo di governare, se no che governo e'??? :)
ogni governo ha bisogno di crearsi una base di consenso, per governare
questo governo ha scelto i taxi neri, a cui non possiamo che lanciare in faccia le nostre splendide e libere biciclette bianche

Previous